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| Fai una pausa, sorseggia un caffè e raccontami una storia, |
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| Troppo spesso andiamo di fretta, in casa, al lavoro, quando ci spostiamo da un posto all'altro. Persino in fila al semaforo non smettiamo di muoverci, dondoliamo nervosamente il busto, ticchettiamo le dita aul volante.
E' tempo di fare una pausa per sognare.
Le agenzie pubblicitarie, e gli editori di programmi televisivi fanno leva sulla nostra fretta, ci promettono relax e tranquillità in cambio di un acquisto o di una scelta particolare, illudendoci di avere ciò che è desiderabile.
E la fretta è la cattiva consigliera.
Siamo noi gli artefici dei nostri pensieri e del nostro destino.
Il sogno non è una fuga dalla realtà, la fantasia non è evasione, ma l'unico modo che hai di ritrovare te stesso, il tuo io piò profondo.
Là dove si annidia la tua fantasia, il tuo sogno, ci sei anche tu, il tuo incoscio.
Non lasciare questo spazio chiuso in un bauletto della tua coscienza.
Non lasciare il bambino che è in te e che custodisce i tuoi desideri in balia dei messaggi che sfruttano le tue tensioni, i tuoi malesseri, il tuo non essere te stesso.
Prendi per mano quel bambino.
Dagli una voce.
Raccontami una storia. |
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| La favola è un racconto di fantasia nato dall'incoscio profondo di ciascuno di noi.
Le favole non sono solo un prodotto culturale ma anche sociale.
Chi le ha inventate e chi, nel corso di generazioni, ha apportato delle modifiche ha riversato su di esse le paure, le ansie le gioie , i conflitti della vita, dell'essere umano e della sua esistenza.
Chi ascolta una favola attiva nel proprio inconscio quelle profonde verità e riflessioni che appratengono all'esistenza , che danno un senso ad essa, che aiutano ad avvicinarsi a quella comprensione che l'uomo vuole raggiungere.
Leggere una favola ad un bambino è un atto di amore, è uno specchio della vita e della coscienza. |
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